Prima di incamminarci
Non ho certo la pretesa di condurvi alla sorgenti della vita come avrebbe voluto H.D. Thoreau (se mai le ha trovate durante il corso della sua vita), ma solo quello di suggerirvi un paio di escursioni da effettuare nell’ambito territoriale del Parco Naturale Regionale del Monte Beigua.
Il primo suggerimento è diretto al rifugio Argentea (1.088 mslm) partendo da Faie (frazione di Varazze: visualizza su Google Maps) mentre per il secondo itinerario, che conduce in cima al monte Sciguelo (1.103 metri), la partenza è poco distante e cioè dall’Eremo del Deserto di Varazze (visualizza su Google Maps).
NOTA: Al termine dell’articolo troverete il link al mio articolo sul percorso di Nordic Walking che parte e arriva all’Eremo di Varazze passando da Faie
1° itinerario: da Faie al rifugio Argentea
Arrivati a Faie possiamo parcheggiare nel piazzale antistante la chiesa, si può raggiungere questa località anche con il servizio di autobus TPL con corse in partenza da Varazze (vedi gli orari di partenza ), qui vi è anche una fonte per riempire le nostre borracce.
Dopodiché, girando a destra appena dietro alla chiesa, seguiamo il segnavia contrassegnato da una linea rossa sulla strada asfaltata in leggera salita, si passerà dapprima l’agriturismo La Tana degli Orsi, quindi alcune case e infine l’asfalto cederà il posto alla sterrata.
A questo punto il mio consiglio è quello di tralasciare il segnavia linea rossa per continuare sull’ampia sterrata utilizzata soprattutto per MTB fino a Prariondo: si allungherà di poco il percorso ma certamente sarà più rilassante (in fin dei conti camminiamo anche per rilassarci).
Proseguendo incroceremo sulla nostra sinistra la Strada Megalitica proveniente da Alpicella (anche in questo caso troverete il link all’articolo che ho scritto in proposito).
Da qui in poi il sentiero ci regalerà ampie vedute panoramiche che non descrivo per lasciarvi il piacere di scoprile da soli (la verità è che sono molto pigra e tendo all’essenziale nella scrittura di un articolo).
Arrivati ormai in cima, lasciando alla nostra destra il monte Sciguelo meta del secondo itinerario, arriviamo al rifugio – ristorante di Pratorotondo (o Prariondo – 1098 mslm) dove possiamo fermarci per una piccola sosta.
Di fianco al rifugio si trova il Punto Informativo Bruno Bacoccoli (apertura sabato e domenica da giugno a fine settembre) che ospita un allestimento di diverse rocce affioranti nel Geoparco del Beigua.
Il nostro percorso prosegue adesso sull’Alta Via dei Monti Liguri: da prima si passerà nei pressi del rifugio Casa della Miniera (fonte).
La Casa della Miniera (1078 mslm) venne costruita prima degli anni’40 in prossimità di Pratorotondo come riparo per gli operai addetti all’estrazione del ferro in una miniera nelle sue vicinanze. La miniera venne ben presto abbandonata in quanto non redditizia e il rifugio fu utilizzato dai contadini nel periodo estivo per l’attività di fienagione.
Passano gli anni e ormai la Casa della Miniera non è più utilizzata neanche dai contadini: bisogna aspettare fino al 2001 quando l’Associazione Alpini di Arenzano propone alla Comunità Montana Argentea (non più esistente) di ristrutturare il rifugio fino alla realizzazione di quello visibile oggi.
Si prosegue verso Pian Fretto e cioè l’ampio pianoro a ridosso dello spartiacque principale delimitato a est dalla linea di congiunzione tra il Bric Damè e Bric Resunnou, mentre a ovest dal sentiero che scende verso nord e quindi a Sciarborasca.
A coloro che sono più preparati di me in botanica (riesco a malapena distinguere una margherita da un cactus ) non sfuggirà la presenza di un prezioso endemismo floreale del Parco del Beigua: la Viola di Bertoloni.
Tralasciando la splendida fioritura della Viola di Bertoloni, ci spostiamo a sinistra seguendo sempre l’AVML risalendo verso Bric Sciue Gianche (monte dei Fiori Bianchi) e quindi ridiscendendo verso Passo Notua per poi risalire e giungere (finalmente) al piccolo ma grazioso riparo della Cima del Pozzo (1084 mslm) posto in un contesto naturale altrettanto meraviglioso.
Si prosegue verso il Piano di Lerca fino all’ultima salita che conduce al rifugio Argentea .
Per il ritorno non ci resta che ripetere il percorso dell’andata.
NOTA: Il rifugio ha un solo piccolo locale aperto a tutti, il resto della struttura è a disposizione dei gruppi contattando il CAI di Arenzano.
2° itinerario: dall’Eremo del Deserto al monte Sciguelo (e ritorno)
NOTA: E’ un percorso ad anello che può essere diviso in tre parti per quanto riguarda il tipo di terreno che andremo ad affrontare:
- Dall’Eremo fino in cima al monte Sciguelo il percorso è da considerarsi del tipo escursionistico.
- Dal monte Sciguelo fino a Faie si percorrerà una comoda sterrata adatta anche alla MTB.
- Dalle Faie fino all’Eremo l’anello si conclude su asfalto, con scarso traffico automobilistico e sempre in un contesto naturale piacevole.
Una volta giunti all’Eremo del Deserto e parcheggiato nel piazzale antistante al convento, seguiamo il sentiero contraddistinto dal segnavia linea e punto rossi. Ben presto arriviamo al guado del rio Malanotte (in caso di abbondanti piogge l’attraversamento del rio può risultare difficoltoso).
Continuiamo a salire con il panorama che da sull’Eremo e sulla bassa Valle Arrestra fino ad arrivare al varco delle vecchie mura che delimitavano i confini del convento e quindi al Pian del Deserto.
Tralasciamo la diramazione per la località i Piani per proseguire a sinistra (sempre seguendo il segnavia) che si innalza nella vegetazione fino ad arrivare al crinale del Bric Colletta (500 mslm).
Saliamo tra prati e la vista che si spinge sulla riviera di ponente fino ad arrivare alla base del Groppo Nero
Proseguiamo fino a incrociare l’ampia sterrata che sale da Faie (e che ripercorreremo per il ritorno) seguendola per un paio di tornanti fino a una sella che separa l’altopiano di Pratorotondo dal monte Sciguelo
A questo punto abbiamo due possibilità per salire in cima allo Sciguelo: la prima è quella del percorso di cresta considerato EE mentre, decisamente più facile, è seguire il sentiero che si innalza tra erba e rocce seguendo alcuni ometti e la croce di vetta dello Sciguelo (1.103 mslm).
Arrivati in cima è inutile dire che la sosta è più che doverosa sia per riprendere un po’ di fiato ma, soprattutto, per la magnifica vista dalla cima.
Dopodiché scendiamo dirigendoci verso Pratorotondo per poi scendere lungo la sterrata in direzione di Faie.
Dalla piccola frazione ci dirigiamo verso il bivio per Alpicella girando a sinistra della strada, proseguendo ancora per circa un chilometro e mezzo fino a un successivo bivio sempre a sinistra: da qui in poi il percorso è sempre piacevolmente immerso in un contesto naturale di assoluta tranquillità (al pari del precedente…)
Proseguendo e dopo l’agriturismo La Fonda, un piccolo angolo di natura selvaggia si apre dietro a un’edicola.
Si prosegue fino ad arrivare alla fonte Scassarina dove un marmo ricorda che da quel luogo iniziò a scorrere la vita eremitica dei primi carmelitani scalzi il 25 marzo 1616
Ancora pochi tornanti immersi nel Percorso Sosta nel Deserto illustrata da vari pannelli didattici e quello nostro ha termine nel piazzale antistante al convento.
⇒ Nordic Walking tra eremi e storia
⇒ Alpicella: il tour megalitico
♥ Alla prossima! Ciao, ciao……♥♥