Prima di incamminarci
Per arrivare in cima ai 1.287 metri del monte Beigua, montagna che da il nome al Parco naturale omonimo, bisogna prima arrivare al paese di Alpicella a pochi chilometri da Varazze e da qui prendere l’indicazione verso la nostra meta: la strada che si percorrerà è una strada di montagna, stretta, piena di buche e, a secondo delle condizioni ambientali, potremo trovare nebbia e, se in inverno, anche della neve.
L’itinerario
Il percorso parte dalla piccola chiesa Regina Pacis dove seguiremo il segnavia a bande bianco-rosse dell’Alta Via dei Monti Liguri il quale percorrendo la strada asfaltata e tagliando alcuni tornanti per sentiero, a breve ci condurrà al rifugio di Pra Riondo a 1.108 metri di quota.
Questo percorso non ha nulla a che vedere con quello descritto nell’articolo, vuole essere solo un’appendice (o suggerimento) a esso per raggiungere il rifugio di Pratorotondo, a piedi o in bicicletta, lungo un piacevole sentiero tra i boschi, incrociando altri itinerari come quello della Strada Megalitica proveniente da Alpicella.
Appena dietro la chiesa di Faie inizia il percorso su strada asfaltata (via Prariondo) che segue nella prima parte il segnavia linea e punto rosso diretto alla stessa meta ma su percorso più accidentato (sconsigliabile per i ciclisti), abbandonato quest’ultimo non ci resta che seguire la comoda carrareccia fino a Pra Riondo.
Altro suggerimento, questa volta per gli amanti del Nordic Walking (come lo sono io) è un percorso ad anello che, partendo da Sciarborasca, porta a Faie passando per l’Eremo del Deserto: questo itinerario è stato il tema del mio articolo Nordic Walking tra eremi e storia.
Dal rifugio, seguendo ancora l’Alta Via, imbocchiamo la sterrata di fronte al rifugio lasciando sulla nostra destra il monte Sciguello (1103 metri), si passa accanto a Cima Frattin (1.145 metri) e quindi, proseguendo, si arriva alla Casa della Miniera (fonte) rifugio gestito dall’Associazione Alpini aperto solo in determinate occasione ma con un locale sempre aperto in caso di evenienza.
Si prosegue arrivando alla conca di Cian Fretto da cui parte il sentiero diretto a Piampaludo (segnavia croce gialla), in questo punto la caratteristica geologica che attrae subito chi attraversa la presenza di un blockstream o blockfield (vedi box seguente).
I blockstream sono depositi di grandi blocchi che sin dal passato attirarono l’attenzione dei geologi (Arturo Issel nel 1892 per citarne uno), gli studi recenti sono arrivati alla conclusione che essi sono del tutto simili alle strutture che attualmente si formano in ambiente periglaciale.
Nell’area del Geoparco del Beigua sono presenti due diverse tipologie ascrivibili a questo ambiente: i blockstream e i blockfield.
I primi sono depositi a bassa pendenza (8° – 12°) con massi di forma allungata disposti lungo la linea di massima pendenza dei versanti o in ampi fondovalle, mentre i blockfield sono depositi di blocchi in aree del tutto pianeggianti
Continuiamo su di un falsopiano passando sotto le pendici del Bric dell’Ombra (1.109 m.) tra faggi e fondo in alcune parti lastricato.
Continuiamo in piano passando a sinistra della torbiera del lago della Biscia e, seguendo sempre il nostro segnavia, affronteremo un primo guado prima di arrivare nei pressi della Rocca del Tuono (980 m.)
Entreremo quindi in un bel bosco di faggi affrontando un secondo guado (entrambi i guadi sono facilmente attraversabili ma richiedono comunque un minimo di attenzione)
Arriviamo alle prime case in prossimità di Piampaludo, più avanti una strada in salita sulla sinistra ci condurrà alla strada asfaltata nei pressi dell’ex scuola elementare.
Dalla borgata di Buschiazzi inizia il nostro percorso di ritorno seguendo il segnavia contrassegnato da una X gialla, quindi saliamo a sinistra lungo una mulattiera che si sovrappone in parte alla strada asfaltata verso Pra Riondo.
Dopo essere passati sotto Cima Strina (1008 m.) si arriva alla Riserva della Torbiera del Laione che solo nei periodi di primavera e autunno prende le sembianze di un lago.
La Torbiera del Laione è la più estesa e importante delle zone umide del Parco del Beigua e per questo sotto tutela ambientale.
La sua genesi risale ai passati periodi glaciali, quando le rocce ofiolitiche furono modellate dalla neve fino a formare una conca il cui fondo fu reso impermeabile da uno spesso fondo formato da sedimenti argillosi.
La quantità di detrito costituito da massi di grandi dimensioni riempie tale depressione e affiora lungo i bordi della torbiera. La presenza di questi massi è dovuta con tutta probabilità a fenomeno di tipo crioclastico, cioè l’acqua insinuatasi nelle fessure delle rocce una volta congelata ha frantumato le stesse in blocchi che, in un secondo tempo, furono depositate nella conca grazie al trasporto della neve unità alla gravità.
Le acque della torbiera sono un habitat ideale per rane, tritoni e altri piccoli animali acquatici, tra gli insetti molto diffuse sono le libellule
Lungo la mulattiera al limite della torbiera sono diffuse due specie di orchidee: la Concordia (Dactylorhiza maculata) e la Elleborina (Epipactis helleborine)
Dopo il Laione il percorso prosegue su strada asfaltata fino a incontrare sulla sinistra una deviazione per un percorso culturale rivolto alla scoperta delle pietre incise del Parco del Beigua.
Nel territorio del Parco del Beigua sono state trovate testimonianze di civiltà risalente al periodo conosciuto come cultura del Vaso a Bocca Quadrata (4.700 a.C.).
Si è scoperto come in tale periodo l’uomo utilizzasse la roccia verde, tipica dell’area del Beigua, per costruire asce.
Inoltre risalgono a questo periodo le incisioni su roccia probabilmente indirizzate a scopi rituali per le divinità montane e delle acque. Per una maggiore trattazione dell’argomento vi rimando al libro seguente (lo stesso si può scaricare a questo indirizzo dell’Ente Parco)
beigua.libro.incisioniDopodiché, lasciando l’itinerario proveniente da Piampaludo, seguiremo quello del Percorso natura in un bel bosco che ci condurrà fino a Pra Riondo e da qui riprendiamo a ritroso il percorso d’inizio per arrivare al punto di partenza chiudendo il nostro anello.
⇒GTL 4°tappa Prunetto – Gottasecca
⇒Val Cusina (Alta Langa), l’anello escursionistico
♥ Alla prossima! Ciao, ciao…♥♥