Beigua – Piampaludo l’anello, ma non solo

Prima di incamminarci

Per arrivare in cima ai 1.287 metri del monte Beigua, montagna che da il nome al Parco  naturale omonimo, bisogna prima arrivare al paese di  Alpicella a pochi  chilometri  da Varazze e da qui  prendere l’indicazione verso  la nostra meta: la strada che si percorrerà è una strada di montagna, stretta, piena di  buche e, a secondo  delle condizioni ambientali, potremo  trovare nebbia e, se in inverno, anche della neve.

L’itinerario

Beigua

Il percorso  parte dalla piccola chiesa Regina Pacis dove seguiremo il segnavia a bande bianco-rosse dell’Alta Via dei  Monti  Liguri   il quale percorrendo  la strada asfaltata e tagliando  alcuni  tornanti per sentiero,  a breve ci  condurrà al  rifugio  di  Pra Riondo a 1.108 metri  di  quota.

Beigua
Il rifugio di Pra Riondo (o Pratorotondo)
Da Faie a Pra Riondo a piedi o in MTB

Questo percorso non ha nulla a che vedere con quello descritto nell’articolo, vuole essere solo un’appendice (o suggerimento) a esso per raggiungere il rifugio di Pratorotondo, a piedi o in bicicletta, lungo un piacevole sentiero tra i boschi, incrociando altri itinerari come quello della Strada Megalitica proveniente da Alpicella.

Appena dietro  la chiesa di  Faie inizia il percorso su  strada asfaltata (via Prariondo) che segue nella prima parte il segnavia linea e punto  rosso diretto alla stessa meta ma su percorso  più accidentato (sconsigliabile per i  ciclisti), abbandonato  quest’ultimo non ci  resta che seguire la comoda carrareccia fino  a Pra Riondo.

Altro  suggerimento,  questa volta per gli  amanti  del  Nordic Walking (come lo sono io) è un percorso ad anello  che, partendo  da Sciarborasca, porta  a Faie passando  per l’Eremo  del  Deserto: questo itinerario  è stato il tema del mio articolo Nordic Walking tra eremi e storia.

Beigua
Un pannello informativo posto nei pressi del rifugio indica le caratteristiche del territorio circostante

Beigua

Dal rifugio, seguendo  ancora l’Alta Via, imbocchiamo la sterrata di  fronte al  rifugio  lasciando  sulla nostra destra il monte Sciguello (1103 metri), si passa accanto a Cima Frattin (1.145 metri) e quindi, proseguendo, si  arriva alla Casa della Miniera (fonte) rifugio  gestito dall’Associazione Alpini aperto  solo in determinate occasione ma con un locale sempre aperto in caso  di  evenienza.

Si prosegue arrivando  alla conca di Cian Fretto da cui  parte il sentiero diretto  a Piampaludo  (segnavia croce gialla), in questo punto  la caratteristica geologica che attrae subito chi  attraversa la presenza di un blockstream  o blockfield (vedi  box seguente).

Blockstream e blockfield nel Geoparco del Beigua

Beigua

I blockstream sono depositi di grandi blocchi che sin dal passato attirarono l’attenzione dei geologi (Arturo Issel nel 1892 per citarne uno), gli studi recenti sono arrivati alla conclusione che essi sono del tutto simili alle strutture che attualmente si formano in ambiente periglaciale.

Nell’area del Geoparco del Beigua sono presenti due diverse tipologie ascrivibili a questo ambiente: i blockstream e i blockfield.

I primi sono depositi a bassa pendenza (8° – 12°) con massi di forma allungata disposti lungo la linea di massima pendenza dei versanti o in ampi fondovalle, mentre i blockfield sono depositi di blocchi in aree del  tutto pianeggianti

Continuiamo su  di un falsopiano passando sotto  le pendici  del Bric dell’Ombra (1.109 m.) tra faggi e fondo in alcune parti lastricato.

Continuiamo in piano passando a sinistra della torbiera del  lago  della Biscia e, seguendo  sempre il nostro  segnavia, affronteremo un primo  guado prima di  arrivare nei pressi della Rocca del  Tuono (980 m.)

Entreremo quindi in un bel  bosco  di  faggi affrontando un secondo  guado (entrambi i guadi sono facilmente attraversabili ma richiedono comunque un minimo  di  attenzione)

Beigua

Arriviamo  alle prime case in prossimità di  Piampaludo, più avanti  una strada in salita sulla sinistra ci  condurrà alla strada asfaltata nei pressi  dell’ex scuola elementare.

Beigua

Dalla borgata di  Buschiazzi inizia il nostro percorso  di  ritorno  seguendo  il segnavia contrassegnato  da una X gialla, quindi saliamo  a sinistra lungo una mulattiera che si  sovrappone in parte alla strada asfaltata verso  Pra Riondo.

Dopo  essere passati sotto Cima Strina (1008 m.) si  arriva alla Riserva della Torbiera del  Laione che solo nei periodi  di primavera e autunno prende le sembianze  di un lago.

Torbiera del Laione
Beigua
L’aspetto della torbiera in periodo primaverile

La Torbiera del Laione è la più estesa e importante delle zone umide del Parco del Beigua e per questo sotto tutela ambientale.

La sua genesi risale ai passati periodi glaciali, quando le rocce ofiolitiche furono modellate dalla neve fino a formare una conca il cui fondo fu reso impermeabile da uno spesso fondo formato da sedimenti argillosi.

La quantità di detrito costituito da massi di grandi dimensioni riempie tale depressione e affiora lungo i bordi della torbiera. La presenza di questi massi è dovuta con tutta probabilità a fenomeno di tipo crioclastico, cioè l’acqua insinuatasi nelle fessure delle rocce una volta congelata ha frantumato le stesse in blocchi che, in un secondo tempo, furono depositate nella conca grazie al trasporto della neve unità alla gravità.

Le acque della torbiera sono un habitat ideale per rane, tritoni e altri piccoli animali acquatici, tra gli insetti molto diffuse sono le libellule

Lungo la mulattiera al limite della torbiera sono diffuse due specie di orchidee: la Concordia (Dactylorhiza maculata) e la Elleborina (Epipactis helleborine)

Dopo il Laione il percorso  prosegue su  strada asfaltata fino  a incontrare sulla sinistra una deviazione per un percorso  culturale rivolto  alla scoperta delle pietre incise del Parco  del Beigua.

Le incisioni rupestri nel Parco del Beigua

Nel territorio del Parco del Beigua sono state trovate testimonianze di civiltà risalente al periodo conosciuto come cultura del Vaso a Bocca Quadrata (4.700 a.C.).

Si è scoperto come in tale periodo l’uomo utilizzasse la roccia verde, tipica dell’area del Beigua, per costruire asce.

Inoltre risalgono a questo periodo le incisioni su roccia probabilmente indirizzate a scopi rituali per le divinità montane e delle acque. Per una maggiore trattazione dell’argomento vi rimando al libro seguente (lo stesso si può scaricare a questo indirizzo dell’Ente Parco)

beigua.libro.incisioni

Dopodiché, lasciando l’itinerario proveniente da Piampaludo, seguiremo  quello  del Percorso  natura in un bel bosco  che ci  condurrà fino  a Pra Riondo e da qui riprendiamo a ritroso il percorso d’inizio  per arrivare al punto  di partenza chiudendo il nostro  anello.

GTL 4°tappa Prunetto – Gottasecca

Val Cusina (Alta Langa), l’anello  escursionistico 

Alla prossima! Ciao, ciao…♥♥

 

 

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