
©caterinAndemme
Camminare, camminare, camminare….
Caminante, son tus huellas el camino y nada mas
Camminatore, sono le tue orme il cammino e niente più
Antonio Machado
Non so se Antonio Cipriano Jose Maria y Francisco de Santa Ana Machado Ruiz, per farla breve Antonio Machado, era un buon camminatore, certo è che il bellissimo incipit della sua poesia Caminante no hay camino è quanto di più bello si possa avere nel descrivere un viandante, un pellegrino o semplice camminatore (poi, a vedere, potrebbe anche essere una metafora della stessa vita ).
Camminare a lungo seguendo un preciso percorso che impegna volontà e giorni di fatica: una volta si chiamavano pellegrinaggi, oggi, pur conservandone l’intento per alcuni, queste strade sono la palestra di camminatori solitari, di quelli che cercano un senso alla vita, di narcisisti alla ricerca di record e di tanti altri modi di essere camminatore.
Di vie pellegrine ve ne sono tante, ma certo una è quella che più delle altre viene in mente: Il Cammino di Santiago (eppure la nostra Via Francigena non è da meno).
L’esperienza fatta è intima, ma qualcuno riesce a renderla un racconto scritto tale che sembra di essere al fianco del camminatore passo dopo passo.
Ma poi cosa sognano i draghi?
Camminare è un modo di respirare e di conoscere, un ritmo con cui si scegli di vivere, una trasformazione costante. E’ una via per incontrare gli altri superando confini, pregiudizi, Inibizioni.
Per Enrico Brizzi, scrittore, padre, viaggiatore, il cammino è una danza, una preghiera, una musica senza parole che segue il respiro antico del mondo, libera la mente dall’inessenziale e vince il drago che si nasconde in ognuno di noi.
Potrei scrivere a lungo di questo libro (che tra l’altro sto per rileggere) e quindi di quando parla dei suoi amici che lo accompagnano nelle tappe del Cammino, dei vari personaggi che ha incontrato (qualcuno decisamente antipatico, ma sono solo l’eccezione).
Le note storiche (mai noiose) sui luoghi attraversati nel viaggio sono, infine, un utile corollario per decidere se acquistare o meno il libro (l’anteprima al termine dell’articolo potrà essere utile a tale scopo).
Tra l’altro, leggendo il libro, ho scoperto di appartenere al movimento degli orizzontalisti, contrapposto a quello dei puri alpinisti e dei free- climbing
Infatti, alla pagina 137 del libro, Enrico Brizzi scrive:
In un Paese che non ha ancora digerito a livello istituzionale una filosofia della montagna iniziata a diffondersi quarant’anni fa, servirà ancora del tempo perché trovi voce il movimento degli orizzontalisti, maratoneti delle carrarecce, dei sentieri di fondovalle e delle alte vie.
Alla prossima! Ciao, ciao……….
Anteprima del libro Il sogno del drago di Enrico Brizzi