⌈ Se riandiamo con la mente alla storia passata dell’uomo, troviamo, tra le molte convinzioni religiose, una fede universale nell’esistenza di fantasmi o esseri eterei che sono vicini agli uomini ed esercitano su di essi un’influenza invisibile ma possente.
In genere si crede che tali esseri siano spiriti o anime dei trapassati
Tratto da Psicologia dei fenomeni occulti di Carl Gustav Jung ⌋
Bardi vale una visita (ma non certo per i fantasmi)
Eppure c’è chi ci crede: d’altronde se vi sono persone che vanno in giro a dire che la Terra è piatta, perché non dovrebbero esserci coloro che credono nelle manifestazioni di esseri spirituali o quelli che volgarmente io definisco come ammassi ectoplasmatici?
Non me ne vogliano i ghost hunters, i medium e quanti come loro hanno una qualche dimestichezza con l’ultraterreno: io ai fantasmi non ci credo!
Sennonché, se mi lasciate da sola in una casa isolata, nel mezzo di una foresta, allo scoccare della mezzanotte (magari con l’ululato dei lupi a fare da sfondo a una notte tempestosa)…….
Arrivare a Bardi dalla riviera ligure di levante comporta l’affrontare di almeno un milione di curve (vi consiglio una piccola sosta a Bedonia, che incontreremo poco prima almeno per un caffè ristoratore): il castello ci appare subito dominante il borgo su uno sperone di roccia alla confluenza dei torrenti Ceno e Noveglia.
Ci sono arrivata non tanto spinta dalla curiosità per il fatto che tra le sue mura si sarebbe manifestato il primo caso di fantasma termico in Italia (cosa sia un fantasma termico proprio non lo so) ma, soprattutto, perché uno degli autori tra quelli da me preferiti, cioè Paolo Rumiz, ne ha parlato nel suo libro La leggenda dei monti naviganti, e tra le righe dedicate a Bardi ho letto che il nome Bardi, secondo una leggenda, deriverebbe da Barrio, l’ultimo degli elefanti al seguito dell’esercito di Annibale durante la sua discesa verso Roma, che qui morì: in sua memoria il condottiero cartaginese fondò una colonia a suo nome.
La storia del castello in poche parole
Il castello venne venduto alla casata piacentina dei Landi nella metà del XIII secolo che ne fece il centro del proprio potere per 425 anni.
I Landi, nella figura di Ubertino Landi, (famiglia ghibellina) acquistarono il maniero nel 1257 per 600 lire piacentine (immagino una bella somma al cambio attuale in euro).
Nel 1381 Gian Galeazzo Visconti riconosce la signoria dei Landi concedendone l’autonomia che, nel 1405, sarà totale: da quell’anno, per l’appunto, Bardi diventerà la capitale dello Stato Landi comprendendo i territori del principato di Borgotaro, la contea di Compiano e la baronia di Pieve di Bedonia.
E’ nel XVI secolo, per volere dell’imperatore Carlo V, che il marchesato dei Landi diventa un principato.
Tra il Cinquecento e il Seicento la fortezza ha ormai preso le sembianze di una dimora signorile, questo soprattutto per l’opera di Federico Landi e di sua figlia Polissena.
Nel 1679, con la morte di Polissena, la dinastia dei Landi ha termine: il castello verrà venduto ai Farnese, quindi passando di mano ai Borbone e infine a Maria Luigia d’Austria.
In seguito divenne una prigione militare e, infine, nel 1868 ceduta al demanio.
⇒ Informazioni per la visita al castello ⇐
Il fantasma ha il nome di Moroello
Secondo la leggenda nel XV secolo Moroello era il comandante delle truppe del castello di Bardi.
Di lui si era innamorata Soleste figlia del castellano che la voleva sposa a un feudatario con lo scopo di un’alleanza e quindi ampliare i possedimenti terrieri.
Moroello dovette partire per un’azione militare contro i nemici del feudo promettendo alla sua amata di sposarla al ritorno dalla guerra.
Soleste saliva sul mastio ogni giorno per vedere all’orizzonte il ritorno del suo capitano, ma in uno di essi vide da lontano l’avvicinarsi di soldati che indossavano la divisa e le insegne del nemico: pensando che Moroello fosse stato ucciso, non resistendo al dolore si buttò giù dalla torre.
Moroello invece era vivo e aveva indossato i panni dell’avversario in segno di sfregio, una volta saputo della fine dell’amata pensò di suicidarsi a sua volta: da allora tra le mura del castello si aggira il suo fantasma testimone del dolore lungo dei secoli.
Se proprio volete crederci….
Nel 1999 Michele Dinicastro e Daniele Gullà, due parapsicologi bolognesi, attraverso una fotocamera termica ebbero l’occasione di fotografare il fantasma…
Volendo farmi perdonare della mia incredulità verso i fenomeni paranormali, invito coloro che ci credono alla lettura dell’anteprima della Guida ai fantasmi d’Italia della giornalista Anna Maria Ghedina.
⌈ Un excursus nel mondo dell’impalpabile.
Una guida ai fantasmi d’Italia, regione per regione, dove il lettore avrà modo di percorrere, portato per mano dalla nostra detective dell’occulto, un itinerario alla scoperta di quelle presenze che, secondo la tradizione, si manifestano dalla mezzanotte in poi.
Verremo a conoscenza non solo della storia degli antichi palazzi, testimonianza degli accadimenti che si sono verificati nel tempo nel nostro Paese, ma anche di quelle vicende non riportate dalle fonti ufficiali che hanno coinvolto nobili personaggi e non solo, lasciando all’interno di castelli, edifici e strade la loro invisibile presenza che racconta a chi ha l’avventura d’incrociarli storie d’amore, di guerra e di sangue: un tragico vissuto che li ha ancorati a quei luoghi per l’eternità.
Non certo, insomma, un freddo elenco di… morti, ma un intreccio di storie passionali, tradimenti e duelli, di nobildonne, principi e re, di gente comune ma anche di cagnolini, soldati, monaci e cardinali! ⌋
⇒ Alchemilla (Alchemilla vulgaris)
♥ Alla prossima! Ciao, ciao…♥♥