⌈ Come quel fiume c’ha proprio cammino
prima da monte Veso inver levante,
dalla sinistra costa d’Apennino,
che si chiama Acquacheta suso, avante
che si divalli giù nel basso letto,
e a Forlì di quel nome è vacante,
rimbomba là sovra San Benedetto dell’Alpe, per cadere a una scesa
dove dovria per mille esser recetto;
così giù d’una ripa discoscesa
trovammo risonar quell’acqua tinta
si che in poc’ora avria l’orecchia offesa
Dante Alighieri, La Divina Commedia (Inferno, XVI, 94-105) ⌋
Prima di incamminarci per l’Acquacheta
A San Benedetto in Alpe , in Romagna, vi sono due negozi di alimentari, quattro ristoranti, un albergo e un ostello, un maneggio, un dispensario farmaceutico (non sempre aperto), un camping (Acquacheta, buona l’ospitalità e ottima la pizza cotta al forno a legna) .
Qui troviamo anche un’antica abbazia benedettina con cripta aperta al pubblico nella località chiamata il Poggio facilmente raggiungibile percorrendo una strada pedonale dal centro del paese.
San Benedetto in Alpe è uno dei borghi compresi nell’area del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, quindi punto di partenza per molti sentieri escursionistici, tra i quali, forse il più famoso, è quello che conduce alla cascata dell’Acquacheta.
Anello dell’Acquacheta da San Benedetto
All’inizio dell’abitato, provenendo dal Passo del Muraglione, il valico dell’Appennino tosco -romagnolo a 907 metri di quota, troviamo un parcheggio nel piazzale che precede il ponte sul torrente Acquacheta.
Non troveremo alcuna fonte per rifornirci d’acqua lungo il percorso, quindi converrà riempire le nostre borracce presso la fontana sita presso il parcheggio.
In cima alla breve (ma ripida) salita a fianco del parcheggio è posto un pannello con le indicazioni per la Cascata dell’Acquacheta (sentiero 407): la prima parte del percorso segue le rive del fiume in ambiente boscoso e fresco per cui, specie nel periodo estivo, la frequentazione è alta (mai quanto una spiaggia dell’Adriatico)
Proseguendo ignoreremo il raccordo alla nostra destra che porta al Colle del Tramazzo (415 A – 415) per arrivare a Ca’ de Rospo
Dopo quattro chilometri e un saliscendi nel bosco si arriva al Vecchio Mulino (entrambe le strutture sono sempre aperte).
Quindi, tra faggi e carpini e sempre seguendo il corso del torrente, arriviamo a un belvedere: di fronte il salto della cascata dell’Acquacheta alta ben 70 metri che precipita a valle da una balza a gradoni.
⌈ Siamo in estate: niente acqua, niente cascata…⌋
Peccato, vero?
Lo spettacolo mancato della cascata dell’Acquacheta viene compensato da quella che ci aspetta andando ancora un po’ più avanti e cioè la Cascata del Lavane che forma una piccola ma profonda pozza – marmitta dove è possibile rinfrescarsi.
Dopodiché, oltrepassando un piccolo guado, inizia quello che io considero la parte più escursionistica dell’intero percorso: in salita ci dirigiamo verso i ruderi dei Romiti antico agglomerato di case rurali ormai abbandonate da più di mezzo secolo (l’intera area è recintata per pericoli di crolli) che alcune fonti dicono di essere l’eremo legato al monastero di San Benedetto, ma mancano prove certe per l’attribuzione.
Tralasciando sulla nostra destra il sentiero che conduce al monte Levane (distante circa un paio d’ore) inoltrandoci verso i monti Di Londa e Prato Andreaccio (sentiero 409) passando su di un ponticello di legno posto dove in tempi non siccitosi scorreva al di sotto l’acqua di un torrente.
Il percorso fino a Ca’ Monte di Londa è in salita ma sempre in mezzo al bosco, arrivati al Prato dell’Andreaccio troveremo l’indicazione per il ritorno a San Benedetto dell’Alpe: si tratta di un sentiero in discesa molto ripido, tagliato da più di un centinaio di gradini (non mi sono fermata a contarli) che in caso di pioggia, quindi con terreno reso fangoso, è da affrontare con una certa cautela.
L’arrivo è nelle vicinanze del parcheggio da cui siamo partiti.
⌈ Suggerimento: a questo punto nulla vieta di percorrere l’anello in senso inverso, cioè affrontando subito la ripida salita per poi rilassarci nella seconda parte del percorso decisamente più turistico⌋
⇒ Beigua – Piampaludo l’anello, ma non solo
⇒ Avzè e cavalla: due monti per due parchi
♥ Alla prossima! Ciao, ciao…..♥♥