Sono nata in riva al mare.
la prima idea del movimento e della danza mi è venuta di sicuro dal ritmo delle onde
Isadora Duncan
Isadora Duncan, una vita per la danza

Isadora Duncan (san Francisco, 27 maggio 1877 – Nizza, 14 settembre 1927) aveva cinquant’anni quando il 14 settembre 1927, a Nizza, l’ineluttabilità del destino l’attendeva portandole via la vita in un incidente banalmente assurdo.
Aveva preso posto nella decapottabile guidata dal pilota francese di auto da corsa Vincent BenoÎt Falchetto, suo amante, per dirigersi verso l’albergo che l’ospitava: il destino, che a volte nel dramma può anche assumere contorni assurdi, volle che la lunga sciarpa che indossava andò impigliandosi nei raggi della ruota dell’auto strangolandola.
E dire che il destino era già stato crudele con lei quattordici anni prima che lei morisse cioè quando annegarono nella Senna insieme alla bambinaia i suoi due figli Deirdre e Patrick, rispettivamente di 7 e 3 anni avuti dal matrimonio con Paris Singer (figlio del fondatore dell’industria omonima per macchine da cucire)
Lei che era nata per danzare ebbe l’intuito di rompere ogni formalismo nella danza classica, rinunciando a quelli che per lei erano inutili orpelli quali scarpette a punta e quindi indossando costumi di scena che richiamavano alla mente le danzatrici dell’antica Grecia: questo per dare maggiore libertà ed espressività ai movimenti del corpo.
All’inizio questa sua idea di danza, precursore della danza moderna, non ebbe fortuna negli Stati Uniti e dovette aspettare il 1900, quando si esibì per la prima volta a Londra, per ottenere l’inizio di una lunga serie di successi.
A Parigi ebbe modo di diventare amica di LoÏe Fuller sua connazionale la quale, inventando la serpentine dance, a suo modo aveva portato alla danza nuove forme scenografiche (ne ho scritto in questo post)
Mettendo in primo piano il suo corpo a servizio della danza, inevitabilmente Isadora Duncan oltre ai giudizi favorevoli, ebbe nel pubblico meno propenso al modernismo artistico della ballerina altri giudizi decisamente meno lusinghieri.
Lo stesso futurista Filippo Tommaso Marinetti definì la danza di Isadora Duncan come erotismo da cortigiana (ma è nota quanto fosse grande la misoginia di Marinetti)
Il declino
A seguito di profondi dispiaceri, tra i quali un figlio morto alla nascita avuto dopo una fugace relazione con un giovane artista italiano e il divorzio dal poeta Sergej Esenin (che si suicidò due anni dopo), Isadora incominciò a lasciarsi andare finché la sua figura appesantita non divenne oggetto dei lazzi di critici incuranti dei drammi della donna.
Negli ultimi anni di vita, trascorsi tra Nizza e Parigi, le erano rimasti accanto solo pochi amici che ebbero cura di lei nei momenti di maggiore difficoltà.
La mostra
Presso il Mart di Rovereto e fino al prossimo 1 marzo si può visitare la mostra Danzare la rivoluzione – Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e Novecento.
La mostra, voluta fermamente dal presidente del Mart Vittorio Sgarbi, ospita 170 opere che esaltano il corpo femminile in pitture e sculture nella rappresentazione dell’ideale di bellezza riconducibili all’arte di Isadora Duncan.
Nel box seguente potete trovare maggiori informazioni sulla mostra oltre agli orari e prezzo dei biglietti d’ingresso.
Isadora_Duncan_CS♥ Alla prossima! Ciao, ciao….♥♥