⌈ Il glifosato è un diserbante sistemico di post-emergenza non selettivo. A differenza di altri prodotti, viene assorbito per via fogliare (prodotto sistemico), ma successivamente traslocato in ogni altra posizione della pianta per via prevalentemente floematica.
Questo gli conferisce la caratteristica, di fondamentale importanza, di essere in grado di devitalizzare anche gli organi di conservazione ipogea delle erbe infestanti, come rizomi, fittoni carnosi, ecc., che in nessun altro modo potrebbero essere devitalizzati.
Tratto da Wikipedia alla voce glifosato⌋
La scoperta del glifosato: un caso di serendipity
Forse il concetto di serendipity non è molto attinente alla scoperta del glifosato ma, quando negli anni ’70 la Monsanto stava effettuando ricerche sugli addolcitori d’acqua, si notò come alcuni di questi composti avevano una blanda azione erbicida, fu allora che la priorità dell’industria chimica venne rivolta alla ricerca di sostanze analoghe con un potere erbicida molto più efficace: il glifosato fu il terzo di questi elementi ad essere scoperto.

La scoperta del glifosato si deve al chimico John E. Franz che, nel 1990, per questo suo lavoro fu premiato con la Medaglia Perkins per l’innovazione nella chimica applicata (tre anni prima gli era stata assegnata la National Medal of Technology); nel 2007 il suo nome fu inserito nella National Inventor’s Hall of Fame .
Nel 2000 il brevetto del glifosato raggiunge il suo termine di scadenza, questo non impedisce alla Monsanto di continuare a essere leader per la produzione e vendita per gli erbicida contenenti il glifosato (specie il Roundup): il quantitativo totale mondiale annuale della produzione dell’erbicida raggiunge le 800.000 tonnellate
Glifosato alla sbarra
Nel 2018 l’azienda chimica Bayer acquisisce il controllo della Monsanto, diventando così il colosso dell’industria chimica con 115.000 dipendenti in tutto il mondo e 45 miliardi di euro di fatturato ogni anno, dei quali 19,7 miliardi provengono dal settore agrochimico.
La Bayer, però, insieme all’acquisizione della Monsanto ne eredita anche la cause giudiziarie indette per il risarcimento dovuto ai casi di cancro delle persone che per anni hanno usato il diserbante Roundup: gli indennizzi sono stratosferici.
Nel 2019 negli Stati Uniti la giuria del tribunale di Oakland (California) condannò la Bayer al risarcimento di due miliardi di dollari a una coppia di anziani coniugi che per trent’anni avevano utilizzato il Roundup nei propri campi, ammalandosi entrambi di tumore.
Ovviamente i legali della multinazionale fecero subito ricorso in appello per arrivare a un patteggiamento con le parti (e un sostanzioso sconto sull’indennizzo).
Sotto un certo punto di vista la sentenza aveva un altro aspetto non meno importante del risarcimento: essa aveva contraddetto l’Agenzia americana per la protezione dell’ambiente nella sua dichiarazione in cui afferma che non esistono rischi per la salute utilizzando prodotti con la presenza di glifosato.
In seguito la Bayer ha patteggiato il pagamento di 10,5 miliardi di dollari per chiudere 95.000 cause di risarcimento per gli stessi motivi (altre 25.000 cause aspettano di essere giudicate)
Le norme europee sull’utilizzo del glifosato
Nel marzo 2015 l’International Agency for Research on Cancer ha classificato il glifosato come sostanza potenzialmente cancerogena per l’uomo inserendola nel gruppo 2A
La questione dell’utilizzo del glifosato in Europa è estremamente complessa e non priva di sospetti di come essa venga gestita da parte dei produttori di erbicida: l’accusa che si muove nei loro confronti (per nulla velata) è quella di manipolazioni scientifiche, disinformazioni e sospetti di corruzione (queste ultime ovviamente non provate)
Nel dicembre 2017 la Commissione europea approvò l’estensione dell’uso del glifosato fino al prossimo dicembre 2022: questo nonostante la presa di posizione da più parti sulla pericolosità del composto ma, soprattutto, fu il voto a favore del ministro dell’Agricoltura tedesco a consentire la proroga: fino ad allora sembrava che la posizione tedesca fosse allineata a quella dei contrari ma, evidentemente, l’acquisizione della Monsanto da parte della tedesca Bayer, ne condizionò l’esito del voto.
La commissione europea ha comunque istituito il gruppo di lavoro denominato Assessment Group on Glyphosate (AGG) composto da esperti provenienti dalla Francia, Ungheria, Olanda e Svezia che fornirà un rapporto di valutazione entro il 2021 che confermerà l’utilizzo del glifosato o il divieto in tutti i paesi membri dell’Unione.
Cosa dobbiamo mangiare?
Ultimamente la cronaca ha riportato l’analisi effettuata de Il Salvagente sul contenuto di glifosato nella pasta prodotta da diversi marchi, evidenziando come, rispetto a un’analoga analisi effettuata nel 2018, in cui solo due tipi di pasta prodotti per conto della Lidl e Eurospin contenevano tracce di glifosato, oggi il numero di marchi contaminati sia salito a sette con un’evidente peggioramento per quanto riguarda la salute dei consumatori.
Naturalmente il consiglio è quello di consumare pasta prodotta al 100 per cento con grano italiano, purtroppo il problema è che anche il grano nazionale può essere contaminato e, soprattutto, la produzione nazionale non è sufficiente per il mercato interno, per cui siamo costretti a comprare grano dall’estero (specie dal Canada).
Tutto qui.
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