Roviasca, il sentiero della memoria partigiana

Roviasca

Passo  dopo  passo,

con pazienza, con fatica,

seguire la nuda traccia di un sentiero

Robert Macfarlane – Le antiche vie

Prima di incamminarci

Vorrei  essere la versione femminile di  Robert Macfarlane e di  saltare da un paese all’altro, da un sentiero  all’altro, per poi trasformare la propria esperienza in mirabolanti parole e quindi in un libro di  successo  come  Le antiche vie (anteprima alla fine dell’articolo), ma da semplice blogger posso solo offrire  suggerimenti per camminare tra la natura.

In questo  caso l’itinerario  ad anello  che parte dal paese di  Roviasca, in provincia di  Savona, è anche l’invito  a esplorare ciò che è dietro l’angolo di  casa nostra, che per me, abitante a  Genova, la meta in questione non è sideralmente distante (cosa ben diversa per coloro  che abitano a Sidney o New York).

Roviasca

Come riportano le parole di  questo pannello l’itinerario è  anche un modo per ricordare il sacrificio di chi  ha combattuto contro le barbarie di  ieri  a favore della libertà di  cui  godiamo  oggi: perché ricordare è fare rivivere

L’itinerario

Roviasca è una frazione di  Quiliano in Valle Trexenda a pochi  chilometri  da Savona (visualizza su  Google Maps) dove l’itinerario che vi propongo è  è riconosciuto  come Sentiero  della memoria partigiana.

Il nostro itinerario inizia da via Bruno Ferro (strada dedicata al  bambino  di dieci  anni  ucciso dai  nazifascisti), la strada in salita ci porterà a superare un archivolto e, seguendo il segnavia triangolo  rosso,  proseguiremo  passando  sotto un piccolo  ponte stradale.

Roviasca

Arrivati in via Villanova si  abbandona il segnavia triangolo  rosso (lo seguiremo nuovamente nella parte terminale dell’anello) per prendere quello indicato  da una croce rossa inoltrandoci tra terrazze coltivate e il panorama che si  apre sulla Valle Trexenda con la Rocca dei  Corvi che domina il tutto,  visibile sulla nostra sinistra.

Mantenendoci  sulla sinistra si  arriverà al Teccio  di  Tersè (408 metri) un vecchio essiccatoio  usato  come rifugio  dai  partigiani.

Il Teccio del Tersè

Roviasca

Nel novembre del 1943 il Teccio del Tersè venne utilizzato come rifugio per i partigiani e da Gino De Marco il cui nome di battaglia era Ernesto.

A lui, ben presto, si unirono altri volontari combattenti formando un nucleo il cui compito era quello di raccogliere armi in azioni di guerriglia, viveri e informazioni da passare ai partigiani della Val Bormida.

Il gruppo del Tersè venne tradito da un contadino che li denunciò alla milizia fascista: il 19 dicembre 1943 ben cento uomini furono impiegati per catturare il piccolo nucleo partigiano (composto da soli otto uomini) riuscendo a fare prigioniero solo uno di loro e cioè Francesco Calcagno che solo dopo pochi giorni di prigionia venne fucilato nel Forte della Madonna degli Angeli a Savona.

Alla fine della guerra il Tercio del Tersè venne trasformato in un piccolo rifugio a lui dedicato.

Proseguendo il sentiero inizia di nuovo  a salire verso il Bricco  di  Quiliano con alcuni  ruderi di  essiccatoi a testimoniare un passato  di lavoro  e fatica.

Roviasca
I ruderi della Casa del Bricco

Al  termine della salita si  raggiunge la Casa del  Bricco o Cà da Suntin-a abitata fino all’inzio  degli  anni ’70: qui  bisogna far attenzione nel non seguire il segnavia croce rossa che si inerpica sulla destra del  rudere fino  a giungere nella boscaglia, ma proseguire sulla nostra sinistra dove ritroveremo il segnavia che ci indicherà la direzione giusta. 

Roviasca
Colle del Termine

Ora il sentiero diventa un’ampia sterrata che porta fino alla Colla del  Termine crocevia sullo spartiacque principale e dove incontreremo  l’Alta Via dei  Monti Liguri purtroppo, da come potete vedere nell’immagine precedente, il panorama offerto  dal  Colle del  Termine è piuttosto  desolante.

Roviasca

Seguiamo l’ampia sterrata contrassegnata dall’Alta Via fino  a giungere a un bivio  sulla nostra destra dove si  seguirà il segnavia tre pallini  rossi con il sentiero che  si innalza in un bosco  (a tratti  alberi  caduti sul sentiero ostacolano il passaggio).

Roviasca
Il fortilizio del Colle del Baraccone

Al termine di  questo  tratto  dell’anello ritroveremo l’Alta Via dei  Monti Liguri seguendo l’ampia sterrata dove in breve si  arriverà al  Colle del  Baraccone,  ma prima merita una visita il fortilizio  del  Baraccone edificato  alla fine del ‘600 sulla dorsale tra la Valle Trexenda e quella del  Bormida.

Più in là abbandoneremo  ancora una volta il segnavia dell’Alta Via per seguire il triangolo  rosso in direzione di  Roviasca: arrivati  a un grosso prato  recintato proseguiamo  sempre sulla nostra destra (attenti  perché il segnavia in questo  tratto non è molto  visibile).

Roviasca

Facendo  attenzione ai  successivi  bivi arriveremo al  tratto iniziale del percorso  passando  accanto  alla parrocchiale di  Roviasca e quindi al  termine di un anello molto  suggestivo.

 

§ Gli uomini sono animali, e come tutti gli animali anche noi quando ci spostiamo lasciamo impronte: segni di passaggio impressi nella neve, nella sabbia, nel fango, nell’erba, nella rugiada, nella terra, nel muschio.

È facile tuttavia dimenticare questa nostra predisposizione naturale, dal momento che oggi i nostri viaggi si svolgono per lo piú sull’asfalto e sul cemento, sostanze su cui è difficile imprimere una traccia.

Molte regioni hanno ancora le loro antiche vie, che collegano luogo a luogo, che salgono ai valichi o aggirano i monti, che portano alla chiesa o alla cappella, al fiume o al mare.§

Finalborgo – Bric della Croce – Finalborgo

In Slovenia attraversando  la Via della Pace

Alla prossima! Ciao, ciao…..

Lasciami un commento all'articolo (se vuoi)

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

error: Content is protected !!