Piampaludo tra natura e archeologia
Se dico arte rupestre sono certa che il vostro primo pensiero va verso quella riferita alla Val Camonica, al Monte Bego oppure alla Valle delle Meraviglie in Francia (per quest’ultima vi invito a leggere il mio articolo ⇒La Valle delle Meraviglie: un itinerario per ammirare le incisioni rupestri ⇐).
Eppure le testimonianze di arte rupestre nel nostro Paese sono in numero tale da soddisfare ogni tipo di esigenza culturale, da quella di uno studioso fino alla persona mossa da semplice curiosità.
Se poi questi siti sono immersi in un ambiente naturale allora potremo dire che l’utile si unisce al dilettevole.
In questo articolo vi parlerò della Pietra Scritta di Piampaludo nel Parco Naturale Regionale del Monte Beigua (ovviamente in Liguria).
Ovviamente non mi soffermerò nel descrivere l’aspetto puramente archeologico del sito (l’archeologia può essere una mia curiosità, ma non il mio mestiere), mi limiterò solo a dare alcune indicazioni di natura escursionistica e turistica se volete.
La pietra scritta
Nell’area del Parco del Parco del Beigua la presenza di graffiti su rocce prevalentemente ofiolitiche non è limitata a Piampaludo, ad esempio altre testimonianze sono visibili nella zona di Alpicella e del monte Faie, citando infine i graffiti presenti nel finalese (Ciappo delle Conche) a cui dedicherò un articolo più avanti.
La datazione di questo reperto ricopre un periodo che va dall’Età del ferro fino a epoca più moderna, quindi, nella fase più antica si ipotizza che il sito fosse dedicato a un culto mentre, in quella più moderna, rappresentava il luogo d’incontro dei pastori ove potevano scambiarsi informazioni riguardanti la gestione dei pascoli stigmatizzate sulla roccia.
L’itinerario

Una volta giunti a Piampaludo provenendo da Sassello, dobbiamo recarci presso Casa Buschiazzi (localmente conosciuta come Casa del Che) ed è qui che un pannello indicatore dà l’inizio al percorso che si immerge in un bosco di faggi e si sviluppa lungo tre chilometri complessivi.
Data l’esigua lunghezza dell’itinerario, e avendone voglia, si può pensare, di prolungare la visita percorrendo uno dei sentieri diretti verso il Monte Beigua o il Monte Rama seguendo rispettivamente i segnavia della FIE contraddistinti da una X e una croce entrambe di colore giallo (si prevedono per il primo itinerario due ore di cammino, mentre per il secondo le ore salgano a tre, ovviamente solo andata).

Lungo il percorso è consigliata la visita alla Torbiera del Laione molto interessante per la fauna li presente.
Per i più piccoli, ma non solo per loro
Il Parco del Beigua ha pubblicato come guida Il taccuino dell’archeologo dedicata a chi vuole avere la conoscenza dei primi rudimenti per immedesimarsi nella professione di archeologo (il pdf si può scaricare a questo indirizzo).
sentiero archeologico taccuino♥ Alla prossima! Ciao, ciao…..♥♥