Prima di incamminarci
Ho dovuto faticare non poco per convincere draghetti e orchi a ritornare in un ambiente più consono a loro e cioè le pagine di un libro fantasy, promettendo loro che, senz’altro, in una prossima escursione volerò sulle ali di un drago (mentre l’orco porterà il mio zaino)……
Merana (AL) si raggiunge da Acqui Terme percorrendo la SS 30 della Val Bormida oppure, utilizzando l’autostrada A6 Savona – Torino con uscita al casello di Altare, per poi proseguire in direzione di Piana Crixia, oppure in alternativa percorrere la SS 29 del Colle di Cadibona (visualizza su Google Maps).
L’escursione è ad anello e non presenta nessuna difficoltà se non nel passaggio sui calanchi che, in caso di pioggia, può risultare alquanto scivoloso.
Per il resto l’ambiente naturale che si attraversa è molto affascinante dal punto di vista paesaggistico, inoltre alcune deviazione lungo il percorso permettono di abbreviare il tempo di percorrenza.
L’itinerario
Dal piazzale della Pro Loco di Merana, dove troveremo un ampio parcheggio, ci incamminiamo passando accanto alla chiesa di santa Maria Assunta, quindi attraversiamo il passaggio a livello per ritornare sulla statale svoltando a destra.
Pochi metri e svoltiamo ancora a destra passando accanto a quello che rimane del vecchio ristorante i Due leoni d’Oro, dopodiché transitiamo sotto un cavalcavia proseguendo su asfalto ancora per un breve tratto fino ad arrivare nei pressi della cascina Valle dove, svoltando a sinistra, troveremo il sentiero che sale dolcemente in un bosco misto di latifoglie.
Dopo essere passati per una piccola radura con ampi scorci panoramici sulla valle di Montaldo di Spigno, la salita diventa più impegnativa attraversando un bosco di cerro, fino ad arrivare alla collina di San Fermo con l’omonima cappella e la torre medievale.
La seicentesca chiesa di San Fermo sorge sul luogo dell’originaria parrocchia di san Nicolao.
Il 14 marzo 1170 l’arcivescovo di Milano, Galdino, conferma i beni e i diritti dell’abbazia di San Quintino di Spigno dove, tra di essi, la chiesa di S. Nicolao di Mairana.
Il 9 maggio 1179, papa Alessandro III conferma i beni all’abbazia di S. Quintino dove compare ancora la chiesa di Mairana.
Solo con la soppressione dell’abbazia e l’annessione alla diocesi di Savona, avvenuta all’inizio del ‘500, viene creata la parrocchia di san Fermo.
Nel 1565 la chiesa situata sul monte dove si trovava anche il castello, è in cattivo stato e quasi priva di arredi sacri.
Nel 1580 la chiesa, trovandosi in posizione molto scomoda rispetto all’abitato, verrà quasi dimenticata in favore di una nuova in posizione più agevole e cioè nei pressi dell’attuale cimitero.
In seguito anche quest’ultima verrà demolita per quella attuale presente nel fondovalle, inaugurata nel 1941.
Sotto la torre medievale (alta 25 metri) è posta una piccola e gradevole area di sosta, parte al coperto, dove possiamo rilassarci e ammirare il panorama sulla valle della Bormida di Spigno.
Riprendiamo il nostro cammino proseguendo in discesa su asfalto con il panorama che si apre sulle formazioni calanchive.
Mano a mano che andiamo avanti il panorama si fa sempre più ampio.
Prima di giungere al bivio della Croce incontreremo una curiosa installazione che dei figli hanno voluto dedicare al proprio genitore.
Dal bivio della croce proseguiamo sulla nostra destra, mentre a sinistra il percorso prosegue sul sentiero 575C che conduce alla cascina Tavoretti e quindi proseguendo in territorio savonese.
Dopo un centinaio di metri sulla nostra sinistra ritroveremo il sentiero scendendo di quota e inoltrandoci in un bosco di carpini tra i calanchi, fino ad arrivare in una zona all’aperto che in passato veniva dai contadini con il termine di terre magre in quanto per nulla adatte all’agricoltura.
In seguito il sentiero diventa più largo fino a raggiungere un piccolo guado (in realtà solo in caso di pioggia potrebbe esserci qualche problema, altrimenti basta solo allungare il passo per superare il piccolo rigagnolo).
Dopo il guado si sbuca su di una carrozzabile dove svolteremo prima a destra e poi a sinistra su asfalto per raggiungere cascine Varaldi.
Il percorso passa attraverso le abitazioni per poi incominciare a salire di quota: questo tratto dell’itinerario è quello più impegnativo e potrebbe risultare poco agevole con la pioggia.
A metà del percorso incrociamo il sentiero 575B che conduce a Merana abbreviando il tempo di percorrenza. Mentre all’uscita dai calanchi il sentiero si inoltra in un bosco di roverella e orniello.
Continuando a salire arriviamo in una zona caratterizzata dalle formazioni dei Murion create dall’erosione dell’acqua su due differenti tipi di marna.
(riferito all’immagine: Termini di passaggio tra calcare (100% di carbonato di calcio) e argilla (100% di minerali argillosi). Le marne in senso stretto si trovano nel campo tra 35% e 65% di CaCO3 (o di minerali argillosi). A composizioni comprese tra questi limiti e i termini puri corrispondono litotipi intermedi).
La marna è una roccia sedimentaria, di tipo terrigeno, composta da una frazione argillosa e da una frazione carbonatica data generalmente da carbonato di calcio (calcite) CaCO3, oppure da carbonato doppio di magnesio e calcio (dolomite) [MgCa(CO3)2].
Nelle marne tipiche la percentuale di carbonato di calcio va dal 35% al 65%; al di sopra e al di sotto di questi valori si hanno termini transizionali a calcari (o dolomie) per alti contenuti di carbonato, oppure ad argille per bassi contenuti di carbonato.
Questo tipo di roccia deriva da sedimenti fangosi, di origine prevalentemente marina, sedimentati in condizioni di bassa energia del mezzo. La componente argillosa si depone per lenta decantazione di particelle d’argilla (dimensioni inferiori a 0,0625 mm). La componente carbonatica può essere originata dalla precipitazione di sali o dalla deposizione di particelle organogene, derivate cioè da resti microscopici di organismi a scheletro o guscio calcareo.
L’utilizzo industriale principale delle marne è nella produzione di miscele cementizie.
Tratto da Wikipedia
Il percorso prosegue seguendo il confine tra le province di Asti e Savona, fino ad arrivare a un bivio dove il percorso 575D conduce alla località Pian del Verro.
Noi, invece, proseguiremo su di una mulattiera immersa in un bosco di castagni che scende di quota in direzione delle cascina Gheltriti.
Il percorso arriva quindi sull’asfalto nei pressi della cascina Galli, quindi, continuando in direzione di Merana, arriveremo alla Pro Loco chiudendo il nostro itinerario.
Grazie per avermi seguita fin qui, continuate a farlo seguendo i link degli altri miei articoli (compresi quelli di AZeta – libri e altro –).
⇒Tiglieto e la sua Badia partendo da Olbicella (anello escursionistico)
⇒Torriglia: l’anello escursionistico
♥ Alla prossima! Ciao, ciao…..♥♥