⌈ I camminatori sono persone singolari,
che accettano per qualche ora o qualche giorno
di uscire dall’automobile
per avventurarsi fisicamente nella nudità del mondo
David Le Breton⌋
Due parole prima di iniziare
Nelle vesti di camminatrice l’antropologo e sociologo francese David Le Breton mi vedrebbe come persona singolare?
E’ una domanda che dovrei rivolgere direttamente all’autore di Camminare: Elogio dei sentieri e della lentezza (anteprima alla fine dell’articolo nella sezione Parole in anteprima) ma che rivolgo anche a voi: vi considerate, dunque, persone singolari perché appassionate(i) di escursionismo, cammini o trekking? E fino a che punto lo siete?
Vi ricordo che, desiderandolo, potete rispondermi direttamente dalla home del sito attraverso il modulo messaggi.
L’itinerario: da Finalborgo al Bric della Croce
L’anello escursionistico che vado a descrivervi non è solo piacevole per gli spunti paesaggistici e storici che incontreremo lungo il percorso, ma lo è anche perché il fulcro del percorso è Finalborgo, cioè quello che io considero essere uno tra i borghi più belli della Liguria di ponente, meta di sportivi appassionati di arrampicata ed escursionismo, nonchè di mountain -bike: la presenza di vari negozi di articoli sportivi specializzati nell’outdoor all’interno delle mura del borgo ne sono la testimonianza.
A questo si aggiungiungono diverse opportunità per l’ospitalità offerte da B&B e agriturismi, nonchè una scelta più che buona per la ristorazione.
Finalborgo è uno dei tre borghi che compongono Finale Ligure, gli altri due sono Finale Marina e Finalpia.
Finalborgo è situato nell’entroterra a pochi chilometri dal mare, chiusa tra le mura di cinta si accede a esso attraverso Porta Reale, Porta Romana, Porta Testa e Porta Mezzaluna, la quale è posta sotto il forte San Giovanni che incontreremo subito dopo l’inizio del nostro percorso.
La nostra visita turistica non deve assolutamente escludere quella al convento di Santa Caterina (è la vostra Caterina che ve lo consiglia)
Si parte dalla Piazza del Tribunale seguendo il segnavia con stilizzata la sigla VP (Via del Purchin) quindi, procedendo sulla strada Beretta (o Strada della Regina), passeremo Porta Mezzaluna poco al di sotto del forte San Giovanni.
Costruito dagli spagnoli nel Seicento su di un precedente fortilizio, Forte San Giovanni si erge su Finalborgo a cavallo tra la Valle del Pora e quella dell’Aquila.
Il forte venne abbandonato dagli spagnoli nel 1700 e successivamente parzialmente demolito da Genova nel 1715.
Nel 1882 divenne sede di un carcere per poi essere definitivamente dismesso all’inizio del XX secolo.
Nel 1984 iniziarono i lavori di restauro che portarono Forte San Giovanni alle condizioni originarie.
Il 20 agosto del 1666 Margherita Teresa, figlia di Filippo IV di Spagna, dopo essere sbarcata dalla nave Reale spagnola a Final Marina, intraprese il suo viaggio per andare in sposa all’imperatore d’Austria Leopoldo I d’Asburgo, da qui il nome di Strada della Regina.
Tra il 1674 e 1678 l’ingeniere militare Gaspare Berretta apportò notevoli interventi di miglioria alla strada.
Per la visita al Forte san Giovanni vi rimando al sito del MUDIF (Museo Diffuso del Finale).
Proseguendo lasciamo alla nostra sinistra la deviazione che porta alla visita di Castel Gavone (segnavia due bolli rossi) eretto sul colle del Becchignolo alla fine del XII secolo dalla famiglia Del Carretto signori di Finale.
Ci dirigiamo a sinistra verso Perti sulla strada asfaltata per arrivare in breve tempo a una mulattiera a destra nei pressi di alcune case, qui il sentiero inizialmente si presenta pianeggiante per poi salire in maniera decisa fino ad uscire dal bosco in una zona pianeggiante dove troveremo il piazzale della dismessa cava della Rocca di Perti (palestre di arrampicata in zona).
Da qui, con alcuni saliscendi nel bosco seguendo la traccia di un piccolo sentiero, si arriva in breve tempo al Bric della Croce con uno stupendo panorama che spazia sul litorale fino all’isola della Gallinara, peccato solo per il nastro d’asfalto dell’A10 che disturba un po’ la visione (d’altronde le autostrade ormai le usiamo tutti per comodità)
Prestando ben attenzione al salto vertiginoso posto pochi a pochissima distanza dalla croce (nella foto il mio sorriso nasconde una certa apprensione in quanto sofferente di vertigini) possiamo rispondere all’invito scritto nel libro di vetta e cioè completare la frase Cade la foglia…Elena, continua tu…..
Adesso non ci resta che ritornare a Finalborgo incominciando a scendere per un sentiero non molto agevole a cui si aggiunge la difficoltà iniziale nel trovare i segnavia (comunque non c’è nessuna alternativa alla discesa se non il baratro alla nostra sinistra).
Prima di arrivare alla località Cianassi (ampio parcheggio se desideriamo arrivare al Bric della Croce in senso inverso senza passare da Finalborgo) incroceremo una grotta con due aperture: il Grottino del Bric della Croce (non giurerei, però, che questo sia il suo nome…..).
A questo punto si può dire che la parte dell’itinerario escursionistico diventa una facile camminata in quanto proseguiremo su di una stradina asfaltata con scorci sul nucleo abitato di Montesordo fino ad arrivare alla chiesa di Nostra Signora di Loreto (più conosciuta come Chiesa dei Cinque Campanili)
La chiesa di Nostra Signora di Loreto venne costruita intorno al 1470 sotto committenza della famiglia dei Del Carretto e posta in un ambiente allora perfettamente rurale.
Essa costituisce uno dei più interessanti esempi di architettura religiosa rinascimentale ligure. I modelli di riferimento possono essere riconosciuti nella Sacrestia vecchia, opera di Brunelleschi per la chiesa di san Lorenzo a Firenze, ma soprattutto nella cappella Portinari in Sant’Eustorgio a Milano.
Osservando i pilastri angolari della chiesa si possono notare le targhe in Pietra di Finale con gli stemmi dei Del Carretto e di Viscontina Adorno, moglie di Giovanni I del Carretto.
Arrivati in prossimità dell’agriturismo Ai Cinque Campanili si continua a scendere fino a raggiungere la borgata Sottoripa caratterizzata (purtroppo) da ormai in rovina.
Qui ritroviamo il nostro segnavia VP che in breve ci riporterà al nostro punto d’inizio e cioè in Piazza del Tribunale.
§ David Le Breton torna sullo stesso tema di Il mondo a piedi come un camminatore che, anni dopo, torna su un percorso che ha immensamente amato.
Uomo di grande sensibilità e cultura, illuminato interprete del suo tempo, Le Breton raccoglie in queste pagine schizzi paesaggistici, riflessioni e aneddoti sul camminare e sui camminatori, rievoca tradizioni e personaggi storici e ci offre un punto di vista inedito e ispirato su un aspetto insolito del viaggio.
Percorrere sentieri e rotte insolite, sondare foreste e montagne, scalare colline solo per il piacere di ridiscenderle, poter contare solo sulle proprie forze fisiche, esposti di continuo agli stimoli del mondo fuori e dentro se stessi: questo è il camminare, un anacronismo in una contemporaneità che privilegia la velocità, il rendimento, l’efficienza.
Per Le Breton camminare è un lungo rito d’iniziazione, una scuola universale, una filosofia dell’esistenza che purifica lo spirito e lo riconduce all’umiltà, un atto naturale e trasparente che restaura la dimensione fisica del rapporto con l’ambiente e ricorda il sentimento della nostra esistenza.§
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♥ Alla prossima! Ciao, ciao….♥♥