
⌈ Donna non si nasce, lo si diventa
Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l’aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell’uomo: è l’insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna
Tratto da Il secondo sesso di Simone de Beauvoir ⌋
Femminismo o modelli di femminismo?
E’ facile dire sono una femminista, ma è chiaro che al concetto di femminismo si accompagna un caleidoscopio di interpretazioni così, tanto per citare due esempi, vediamo cosa hanno scritto a proposito due donne, la prima è Marguerite Yourcenar:
⌈ C’è un femminismo estremista che non amo. Soprattutto per due suoi aspetti. Il primo: l’ostilità verso l’uomo.
Mi sembra che nel mondo ci sia già troppo ostilità bianchi e neri, destra e sinistra, cristiani e non cristiani, cattolici e protestanti che non c’è bisogno di creare un altro ghetto.
Il secondo: il fatto che sia un progresso per la donna moderna mettersi nella stessa condizione dell’uomo moderno il manager che fa affari, il finanziere, il politico senza vedere il lato assurdo e anche inutile di queste attività ⌋
La seconda definizione, la più sintetica, è anche quella che considero più mia ed è di Maya Angelou:
⌈ Sono una femminista… Sarebbe stupido non stare dalla mia parte⌋
Femminismo e letteratura

Ho già scritto del coinvolgimento di Virginia Woolf con il femminismo (⇒Virginia Woolf, l’indimenticabile scrittrice ⇐) e di quello di un’altra artista quale Alice Neel ( ⇒Alice Neel: artista e femminista ⇐), oggi aggiungo quello che era essere femminista per Simone de Beauvoir, intanto lei stessa precisò:
⌈ Non ho mai nutrito l’illusione di trasformare la condizione femminile, essa dipende dall’avvenire del lavoro nel mondo e non cambierà seriamente che a prezzo di uno sconvolgimento della produzione. Per questo ho evitato di chiudermi nel cosiddetto femminismo ⌋
Il suo punto di vista, legato al fatto che lei era un’esistenzialista, si concentrava sulle cause della condizione di inferiorità in cui si trovava la donna (e tuttora si trova per certi aspetti) e sulle possibilità per uscire a testa alta da tale condizione.
A riguardo della condizione d’inferiorità della donna nella società anche il movimento anarchico, in maniera molto più radicale ( trattandosi di anarchia non poteva essere altrimenti), pensava che solo un profondo rivolgimento sociale poteva liberare la donna dall’ oppressione patriarcale.
Belle parole, sennonché proprio un padre dell’anarchia e cioè Pierre -Joseph Proudhon sosteneva che:
⌈ La donna è naturalmente inferiore all’uomo e la sua unica occupazione poteva solo essere che dedicarsi alla casa e alla famiglia.⌋
Per fortuna a contraddire questa idiozia da galletto presuntuoso ci pensò la comunista rivoluzionaria Jenny d’Héricourt (in realtà si chiamava Jeanne-Marie Poinsard) che nell’articolo Proudhon e la questione delle donne mise alla berlina la misoginia del pensatore anarchico.
A voler aprire una polemica (e chiuderla subito dopo) sembra che, in piena pandemia, nella confusione della cosiddetta Fase 2, cioè quella che porterà molte persone sui posti di lavoro, ci si sia dimenticato delle donne: infatti, dati alla mano, ben il 72 per cento dei lavoratori sono appunto uomini, come uomini sono i componenti dei vari comitati (troppi) nati per gestire l’emergenza Covid – 19.
In pratica le donne sono state lasciate a casa a gestire famiglia e telelavoro (quando c’è): vuoi vedere che la misoginia di Proudhon riscuote consenso nei vertici decisionali?
Ritornando a Simone de Beauvoir
Mi sono accorta di essermi dilungata troppo trascurando la nostra Simone, a proposito: è notizia recentissima quella che verrà pubblicato in Francia (e spero presto anche qui da noi) Le inseparabili il romanzo che de Beauvoir non volle assolutamente pubblicare quando lei era in vita, che parla del legame con la sua amica inseparabile da quando lei aveva nove anni con Elizabeth Lacoin, amicizia terminata tragicamente quando quest’ultima morirà a ventidue anni nel 1929.
Riservandomi di scrivere in futuro qualcosa di più su questa stupenda amicizia e del perché Simone de Beauvoir non volle pubblicare Le inseparabili , ma la figura di Elizabeth è presente in alcuni suoi libri sotto altro nome, non posso tralasciare di un altro suo libro, e cioè Il Secondo sesso (anteprima alla fine dell’articolo).
Le deuxième sexe fu pubblicato in Francia nel 1949, allora Simone de Beauvoir era già celebre anche se alcuni pretendevano dire che tale celebrità era dovuta più che altro al fatto che lei era la compagna di Jean-Paul Sartre.
Naturalmente questo era il giudizio delle malelingue perché in effetti Simone de Beauvoir non aveva bisogno certo di essere la compagna di Sartre per essere celebre, inoltre, andando contro una certa idea di donna restia a chiedere per se l’uguaglianza con l’uomo, spronava le stesse a prendere coscienza di questa loro auto esclusione.
Il secondo sesso arriva in Italia solo nel 1961 trovando un pubblico attento al suo messaggio tra le donne impegnate politicamente (non solo nel PCI), ma anche nelle organizzazioni femminili.
Ovviamente, parlando di ideologia cristiana, della misoginia di molti grandi pensatori, di psicanalisi, ma anche di vagina, piacere sessuale, stupro e contraccezione, il libro con le sue cinquecento e passa pagine non risultava immediatamente digeribile anche per quelle donne impegnate politicamente o nelle società.
Il Vaticano da parte sua, vestendo la sua secolare veste di inquisitore e censore, aveva già dal 1956 messo all’indice il libro, nonostante fosse diventato un best seller nel mondo (comunque anche qualche maître à penser comunista pensò di censurarlo).
Anteprima
⌈ Nel 1949 esce «Il secondo sesso» che fece, allo stesso tempo, successo e scandalo. Con veemenza da polemista di razza, de Beauvoir passa in rassegna i ruoli attribuiti dal pensiero maschile alla donna e i relativi attributi.
In questo saggio l’autrice si esprime in un linguaggio nuovo, parla di controllo delle nascite e di aborto, sfida i cultori del bel sesso con “le ovaie e la matrice”. Affronta temi il tema della sessualità, il lesbismo, la prostituzione, l’educazione religiosa e la maternità, indicando alle donne la via per l’indipendenza e l’emancipazione.
Provocando il pubblico conservatore, de Beauvoir cerca riconoscimento personale e solidarietà collettiva, e li avrà: l’opera, di respiro universale, è diventata una tra le fondamentali del Novecento ⌋
♥ Alla prossima! Ciao, ciao….♥♥