Ho sempre amato il deserto.
Ti siedi su di una duna di sabbia.
Non vedi niente.
Non senti niente.
E tuttavia qualcosa brilla in silenzio.
Antoine De Saint-Exupéry – Il Piccolo Principe
Alla ricerca del silenzio, ovunque
Quante di noi, lavorando in zone ad alta densità di traffico o vicino a cantieri, aeroporti o zone industriali, non sogniamo almeno una volta al giorno di prendere il posto de Il Piccolo Principe e sedersi su quella duna per godersi il silenzio?
Oppure, avete provato la sensazione soffocante quando, entrando in certi negozi di abbigliamento o centri commerciali, venite accolti dalla musica sparata a tutto volume e vi chiedete come facciano le (i) commesse(i) a resistere, sennonché pensate che la sordità in questo caso sia un requisito indispensabile?
Ancora: perché quel tizio seduto accanto a me sul treno discute a voce alta come se il suo telefonino non riuscisse a colmare la distanza con l’interlocutore a Nairobi?
Potrei continuare all’infinito con un elenco di tutte le volte che il rumore sopraffà il silenzio.
È accertato da tempo che elevati livelli di rumore influiscono sullo stato di benessere psico-fisico della popolazione; gli effetti nocivi sulla salute comprendono lo stress, i disturbi del sonno, ma anche, nei casi più gravi, problemi cardiovascolari
E’ nelle città che si annida il pericolo per la nostra salute e benessere dovuta al rumore: uno studio della Charité University Hospital di Berlino ha condotto uno studio che, combinati con quelli dell’OMS sull’inquinamento acustico, ha stilato questa hit parade del rumore
La buona notizia è che fra le prime dieci città più rumorose al mondo le italiane non siano presenti se non al 14°posto con Roma e al 36° posto con Milano (non so Genova come sia posizionata, ma la sua via centrale e cioè via XX Settembre penso che sia la più rumorosa di tutta la galassia).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità il 10 ottobre scorso a Basilea ha presentato le nuove linee guide europee del rumore che definisce il livello di rumore capace di causare effetti nocivi sulla salute e, allo stesso tempo, indica le misure per ridurne gli effetti e l’esposizione ( ⇒ Pdf ⇐ )
Il rumore si misura in decibel
Secondo il dossier dell’OMS, il 40 per cento della popolazione europea è esposta a un livello di decibel superiore a 55 dB; di questa percentuale il 20 per cento supera i 65 dB durante il giorno e più del 30 per cento dorme (si fa per dire) con un rumore di sottofondo che supera i 55 dB

In India, precisamente a Mumbai, dopo che un gruppo di attivisti è sceso in piazza per avere il diritto alla quiete (in questa metropoli il livello medio di decibel è pari a 80), l’Alta Corte ha fatto si che nascessero le Zone del silenzio: in pratica il divieto assoluto di far rumore per un raggio di 100 metri intorno a ospedali, scuole, tribunali, parchi, biblioteche arrivando a ipotizzare lo stop ai voli notturni.
In Italia è L’Università Bicocca di Milano ad avere avviato il primo corso riguardante l’inquinamento acustico oltre, con la collaborazione del Comune, a creare una mappa cittadina del rumore nei diversi quartieri (questo progetto di mappatura attualmente è l’unico nel nostro Paese)
Abbiamo paura del silenzio?
Per alcuni il silenzio è tabù: indice di solitudine e isolamento che va riempito con il rumore o le parole, a volte gridate.
Per me il silenzio è ascoltare gli altri e ascoltare me stessa in quei momenti di assoluta intimità.
Per l’esploratore norvegese Erlin Kagge il silenzio pone tre domande:
Che cos’è il silenzio? Dove lo si trova? Perché oggi è più importante che mai?
Le risposte le ha date lui stesso in una serie di riflessioni nel suo libro Il silenzio: uno spazio dell’anima.
Troverete l’anteprima del libro alla fine dell’articolo.
Ora Shhhhh!!!!
♥ Alla prossima! Ciao, ciao…♥
Anteprima del libro Il silenzio: uno spazio dell’anima di Erlin Kagge