⌈ Tutto ciò che ci rende veramente felici è semplice: amore, sesso e cibo!
Meryl Streep⌋
Gastrofisica: qui ci vuole un bel invito a cena
E’ probabile che un pasto frettoloso servito alla tavola fredda dell’Ikea, e per quanto i piatti possano essere appetitosi (ma tutto dipende da quanta fame abbiamo), non porti alla consapevolezza di quello che la gastrofisica si prefigge di fare e cioè all’uso di tutti i sensi nel mangiare.
Quindi, a parte il senso del gusto e dell’olfatto, secondo la gastrofisica c’è lo spazio anche per gli altri sensi: vista, tatto e udito.
Per sperimentare quest’esperienza chiedete al vostro(a) partner di sacrificare una buona parte del proprio stipendio per portarvi in uno di quei ristoranti di alta cucina dove le pietanze vengono servite con un adeguato contorno scenografico.
Così, a solo esempio, un piatto di ostriche potrebbe essere accompagnato dall’ascolto in cuffia del suono dello sciabordio delle onde, oppure inquadrando il qr posto sulla bottiglia di vino, la degustazione è accompagnata da una musica appropriata per esaltarne il gusto.
In pratica il tutto è una sinfonia che ha come direttore d’orchestra il nostro cervello e Charles Spence, docente di psicologia sperimentale presso la Oxford University, è il guru di questa ramo della psicologia il quale nel suo libro Gastrofisica ci accompagna a un nuovo modo di considerare l’atto del mangiare (anteprima in inglese alla fine dell’articolo).

Lo stesso Charles Spence è stato ospite a Mantova nella recente edizione di Food&Science Festival che si è conclusa il 4 ottobre scorso.
Eppure nei tempi passati…

Forse non si può parlare specificatamente di gastrofisica, ma anche nel passato le portate di un sontuoso banchetto venivano accompagnate da adeguate scenografie.
Così nel 1336 Galeazzo Visconti signore di Milano, in occasione delle nozze di sua figlia Violante con Lionello d’Anversa, predispone il convivio con vivande elaborate, sature di profumi e colori accompagnate da una teatralità che aveva la funzione di sbalordire i convitati e fare risaltare il prestigio dell’ospite.
Così, tra le diciotto portate di quel pranzo infinito, leggiamo che:
⌈ Alla prima portata vengano serviti porcelli e porcelle dorate con il fuoco in bocca e contemporaneamente vengano presentati due segugi con collari di velluto e con corde di seta e dodici coppie di segugi con collari dorati di oricalco e collari di cuoio con corde di seta
Alla seconda portata vengano serviti lepri dorate e lucci dorati e vengano presentate sei coppie di leporari con collari di seta con borchie dorate di oricalco, con sei lacci di seta, cioè un laccio per ogni coppia: parimenti sei astori con lunghe di seta con bottoni d’argento smaltato a insegne del signor Lionello duca di Clarence, con bottoni di perle in cima.
Alla terza portata un grande vitello dorato con trote dorate e vengano presentati sei grandi cani da caccia con collari di velluto con fibbie e maglie di oricalco dorato…..⌋
Le altre quindici portate hanno, più o meno lo stesso tenore: mi chiedo solo se alla fine sia stato servito un amaro benedettino per la digestione.
Il libro in anteprima
⌈ E se mangiare o bere fossero molto più complessi di quanto pensassimo?
Se la nostra percezione dei cibi non fosse solo una questione di lingua o di naso ma dipendesse anche dai colori, dai suoni e dalle forme?
Sembra incredibile ma è solo l’inizio delle scoperte di Charles Spence, professore all’Università di Oxford.
Un testo che fonda le basi della Gastrofisica e la pone al centro di ogni esperienza gastronomica, rendendo questa disciplina fondamentale per chiunque lavori con il cibo o le bevande, o anche soltanto per chi fa di questi prodotti un bene primario.
Gastrofisica è il libro per tutti coloro che vogliono trasformare il semplice nutrirsi in una esperienza indelebile.⌋
⇒ Alcol, dipendenza e società (bagnate o asciutte)
⇒ Baccalà, stoccafisso e un naufragio provvidenziale
⇒ Le alghe nel piatto di oggi e in quello di domani
♥ Alla prossima! Ciao, ciao…..♥♥