Prima di incamminarci
Come una rabdomante sono andata alla ricerca dell’acqua nelle Capanne di Marcarolo: la prima volta fu quella del lago Badana, ma il suo invaso era all’asciutto in quanto la diga da prima svuotata per problemi tecnici, oggi aspetta di essere di nuovo riempita (troverete il link di questa escursione alla fine dell’articolo); poi è toccato ai laghi di Lavagnina a sorprendermi con la vista di un deserto dove prima c’era l’acqua: si trattava di uno svuotamento per manutenzione programmata ( alla quale è seguita una polemica tra il sindaco di Casaleggio Boiro e la società Iren che ha in gestione l’impianto).
Finalmente è stato il terzo dei Laghi del Gorzente, il lago Bruno, a darmi la soddisfazione di avere raggiunto la meta e cioè un lago (se pur artificiale) con dell’acqua dentro.
Il Parco Regionale Naturale delle Capanne di Marcarolo e i suoi laghi
Il lago Bruno, insieme al lago Badana e il lago Lungo, sono i tre bacini artificiali presenti nell’area del Parco, ove il lago Badana, oltre che a essere quello posizionato più in alto (715 mslm), è situato interamente in territorio piemontese.
Il Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo (oggi gestito da Aree Protette Appennino Piemontese) occupa 9560 ettari nella parte più meridionale della provincia di Alessandria al confine con la Liguria.
Esso occupa la parte superiore dei bacini dei torrenti Piota, Gorzente (che da origine ai tre laghi sopracitati) e Lemme; la cima massima è quella del Monte Figne (1.172 mslm), quindi a seguire il Monte Tobbio (1.092 mslm), Monte Poggio (1.081 mslm) e Pracaban (946 mslm).
Prevalentemente l’ ambiente è quello boschivo che occupa più di tre quarti di tutto il territorio, con estesi boschi composti prevalentemente da rovere e castagno e da rimboschimenti di pino nero e pino marittimo.
Il Parco rientra nella Direttiva 92/43 CEE (Direttiva Habitat) e quindi riconosciuto come Sito di Importanza Comunitaria con la sigla IT 1180026.
Come raggiungere le Capanne di Marcarolo
Provenendo da Genova si esce al casello autostradale di Masone sulla A26, quindi alla rotatoria si svolta a sinistra in direzione di Campo Ligure: all’inizio del paese si svolta immediatamente a destra sulla SP 69, seguendo le indicazioni per Capanne di Marcarolo (attenzione: è una strada molto stretta e tortuosa, in alcuni punti un po’ dissestata, quindi bisogna guidare con prudenza).
L’itinerario
All’incrocio con la SP 165 svoltiamo a sinistra in direzione di Bosio quindi, poco prima di Cascina Foi (rifugio con annesso ristorante), troviamo il parcheggio dove lasciare la nostra auto, punto di partenza per diversi altri itinerari escursionistici.
Noi seguiremo in questa prima parte del percorso quello contrassegnato da due triangoli gialli.
Ci troveremo a percorrere una larga sterrata con ampie aperture panoramiche sulla vallata e il Monte Tobbio riconoscibile per la sua forma piramidale.
Dopodiché il sentiero si restringerà fino ad arrivare nei pressi dei ruderi di una casa e di un antico lavatoio.
Da questo punto siamo distanti all’incirca mezz’ora dal lago Bruno.
Continuando sul sentiero possiamo già intravedere in lontananza la diga del lago Bruno.
A un bivio andiamo a sinistra seguendo il sentiero in discesa fino ad attraversare la sponda del lago su di una passerella in ferro.
Nella parte terminale del ponte, una palina indica il percorso per Ponte Nespolo in direzione opposta a quella per Capanne Superiori, contrassegnato da un quadrato giallo (sarà l’itinerario che percorreremo per il ritorno).
Attraversando la diga c’è stato un momento in cui la curiosità mi ha spinto a guardare oltre di essa, in un baratro che, per me sofferente di vertigini, è stata una sfida (ovviamente lo spessore della murata ha contribuito a questa mia intraprendenza) .
Il tempo di dare un’occhiata a quello che era il vecchio acquedotto De Ferrari Galliera e, tralasciando per una prossima occasione la visita al lago Lungo, si ritorna sui propri passi fino al bivio precedente e da qui seguendo il quadrato giallo ci dirigiamo verso il lago Badana.
Presto attraverseremo un vecchio ponte per poi svoltare al suo termine a destra, seguendo l’indicazione per Capanne Superiori (da questo punto ci troviamo all’incirca a un’ora di distanza).
Il sentiero si allarga fino ad arrivare sotto la diga del lago Badana (diga che, vista dal di sotto, fa una certa impressione).
Attraversata la diga del lago Badana, al suo termine, sempre seguendo il quadrato giallo, seguiremo il sentiero che si inerpica fino a un poggio panoramico (800 mslm).
NOTA: da qui in poi il percorso ricalca quello che ho già descritto nell’itinerario dedicato all’anello del Lago Badana (link al termine dell’articolo).
In cima al poggio ci aspetta una piccola area di sosta (in verità vi è solo una panchina) e le indicazioni per Costa Lavezzara.
Continuando verso Capanne Superiori, passeremo accanto ai ruderi di Cascina Menta e Cascina Porassa circondata da faggi.
Da Capanne Superiori seguiremo il segnavia contraddistinto da due rombi gialli che ci condurranno al punto di partenza.
Se vi è piaciuto l’articolo lasciate un vostro commento, oppure continuate a seguirmi nei prossimi itinerari.
⇒ Lago Badana: escursione nelle Capanne di Marcarolo
⇒ Cultura e storia: due itinerari nel “Deserta Langarum”
♥ Alla prossima! Ciao, ciao….♥♥