⌈ Architetti, scultori, pittori, tutti noi dobbiamo tornare ai mestieri! L’arte non è una professione.
Non c’è alcuna differenza essenziale tra l’artista e l’artigiano. L’artista è un artigiano esaltato.
Il cielo misericordioso, nei rari momenti d’ispirazione e al di là della volontà dell’uomo, può far sbocciare l’opera d’arte.
Ma la competenza è il mestiere essenziale per ogni artista. Questa è la fonte originale dell’immaginazione creativa.
Walter Gropius dal Manifesto Bauhaus (aprile 1919) ⌋
Bauhaus: una storia in poche parole (partendo da una sedia)

Nell’immagine la sedia progettata da Marcel Breuer nel 1928: Cesca (il nome Cesca deriva dal diminutivo di Francesca, la figlia adottiva di Breuer).
La sedia Cesca , tuttora prodotta dalla casa di arredamento tedesca Thonet, è uno dei prodotti di design usciti dalla più famosa scuola di architettura del ‘900: la Staatliches Bauhaus.

Nel 1919 fu Walter Gropius l’artefice per la nascita della Staatliches Bauhaus, il suo interesse era quello di creare un’istituto diverso dalle altre scuole d’arte applicata dove la collaborazione tra allievi e maestri doveva essere totale.
Il concetto era espresso anche nella scelta del nome Bauhaus che, rifacendosi a quello di Bauhütten cioè i cantieri medievali (qualcuno fa riferimento anche alla Loggia dei muratori e quindi alla massoneria), ne esprimeva in pieno l’ideologia.
Già tre anni prima, nel 1916, Gropius propose al Ministero di Stato del Granducato di Sassonia (che divenne lo stato di Sassonia – Weimar – Eisenach dal 1918 al 1920) la proposta per l’Istituzione di una scuola che fosse anche centro di consulenza artistica per l’industria, il commercio e l’artigianato.
L’anno seguente Fritz Mackensen, direttore dell’Istituto superiore di Belle Arti del Granducato, inviò al Ministero il verbale con le proposte di riforma della scuola: bisognerà aspettare ancora due anni, e cioè il 1919, per arrivare a una soluzione di compromesso in cui l’istituto statale del Bauhaus sarebbe sorto dalla fusione di quello che era ormai l’ex Istituto superiore di belle arti e quello della Scuola d’arte applicata, in più si sarebbe aggiunto ad essa una sezione dedicata all’architettura.
La Bauhaus vivrà fino al 1933 quando il regime nazista ne decreta la fine.
Tra i suoi insegnanti figuravano personaggi del calibro di Paul Klee e Wassily Kandinsky.
Davvero ci siamo dimenticati di Ise Frank?
Quando Walter Gropius scrisse il manifesto della Bauhaus inserì questa nota:
⌈ La scuola sarebbe stato un luogo aperto a qualsiasi persona di buona reputazione, indipendentemente dall’età e dal sesso, quindi uno spazio dove non ci sarebbero state differenze tra uomini e donne.⌋
Parole decisamente intrise di progressismo che, però, erano in contrasto con la realtà dei fatti: anche se all’inizio dell’apertura della Bauhaus le donne iscritte ai corsi erano in numero maggiore rispetto a quello degli uomini, le donne venivano considerate non abbastanza qualificate sia fisicamente che geneticamente per poter accedere ad arti come, ad esempio l’architettura, considerate appannaggio dell’uomo piuttosto che della donna.
Naturalmente questa contraddizione è tipica del contesto sociale di quegli anni ( per certi aspetti ancora oggi si assiste a delle vistose diseguaglianze tra donne e uomini in campo lavorativo) e solo alcune allieve, con il tempo, riuscirono a imporsi in quei settori esclusivamente maschili, tra loro Marianne Brandt che divenne una dei maggiori designer industriali della Germania degli anni ’30 e Anni Albers la quale emigrò negli Stati Uniti dopo il 1933 diventando anche lei una designer molto ricercata.
Ma c’è una donna molto importante nella vita della Bauhaus e, soprattutto, in quella del suo fondatore: Ise Frank, moglie di Walter Gropius.
Ise Frank nasce a Wiesbaden in Germania il 1 marzo 1897 da una famiglia piuttosto agiata ( il padre Georg Frank era consigliere del governo prussiano); dopo gli studi classici, a ventisei anni, si trasferisce a Monaco dove diventa prima libraia e poi giornalista per un piccolo editore, impiego che l’aiuta non poco a essere una donna libera ed emancipata.
Era destinata a diventare la moglie di suo cugino Hermann, un uomo che se pur la rispettava nelle sue scelte non riusciva colmare quel senso di solitudine interiore nella vita di Ise.
Sennonché tutto cambiò quando nel luglio del 1921 la sua amica Lise l’invitò a una conferenza di architettura al Politecnico di Hannover dove, per l’appunto, il conferenziere era Walter Gropius che, in quell’occasione, esponeva il suo progetto della Bauhaus, cioè quello di una scuola rivoluzionaria rispetto ai canoni dell’architettura di allora.
Si può dire che Ise Frank venne colpita da un duplice colpo di fulmine: quello riguardante l’aspetto futuristico e rivoluzionario della Bauhaus ma, soprattutto, l’aspetto e l’aurea di ribelle di quell’uomo.

A questo punto tralascio il gossip (e relativo BLABLABLA facilmente reperibile in rete) che seguì a quel primo loro incontro per arrivare all’ottobre dello stesso anno quando i due convolarono a nozze.
Perché Ise Frank era tanto importante per la Bauhaus?
Intanto tutti gli articoli o comunicati della Scuola erano opera di Ise (non per nulla era una giornalista) tanto da essere poi definita la signora Bauhaus, o per meglio dire l’anima di quel progetto riformista: in effetti lei, sposando Gropius, ne aveva sposato anche la completa ideologia dietro al progetto Bauhaus e cioè la ricerca di una società più libera e democratica.
La sua opera non si limitava solo agli scritti tanto che, nella casa costruita dai coniugi Gropius a Dessau nel 1924, lei insieme a Bruno Taut sperimentò quelle soluzioni ergonomiche di una casa progettata per una donna moderna ed emancipata, le stesse riportate nel libro di Taut La nuova abitazione: la donna come creatrice.
Nel 1927, con l’incalzare del regime nazista ostile alle avanguardie culturali, Ise Frank si rese conto dei rischi che la Bauhaus, il corpo docenti e gli studenti stessi, correvano: con l’amica fotografa di origine statunitense Irene Hecth (e con agganci internazionali tra Parigi e New York) preparò un piano di fuga verso gli Stati Uniti.
⌈ Nel 1969 Walter Gropius muore.
Quattordici anni dopo, il 9 giugno 1983 a Lexington nel Massachusetts, si spegne Ise Frank, aveva ottantasei anni.⌋
Il libro in anteprima
⌈ Jana Revedin, architetta e urbanista tedesca docente presso l’École spècial d’architecture di Parigi (precedentemente anche presso il Politecnico di Milano e l’Università Iuav di Venezia) dopo un’accurata ricerca ha scritto in forma romanzata la vita di Ise Frank nonché la storia della Germania da Weimar al nazismo nel libro La signora Bauhaus
Germania, maggio 1923. La ventiseienne Ise Frank siede tra i banchi dell’Università tecnica di Hannover, sebbene non sia un architetto, né tantomeno una studentessa di quell’ateneo. Ise, che lavora come libraia, giornalista e critica letteraria a Monaco, si trova lì su insistenza di un’amica, Lise, per assistere all’insolita conferenza in programma quel giorno.
Sul palco c’è un uomo con un vestito di lana pettinata grigio scuro, un papillon di seta bordeaux e un portamento da capitano di cavalleria. Si chiama Walter Gropius ed è il fondatore della Bauhaus, una scuola di arte e architettura il cui obiettivo principale è quello di operare una conciliazione tra arti ed artigianato in un nuovo linguaggio legato alla produzione industriale, impostando nuovi canoni estetici per l’architettura e il design moderni.
Colpita dall’audacia con cui Gropius espone il suo innovativo progetto e affascinata dall’idea che l’architettura possa essere una missione creativa e al tempo stesso sociale e persino politica, Ise si ritrova, nei giorni successivi, a ripensare spesso a quell’uomo dal piglio ribelle e dagli occhi da volpe.
Grande è, perciò, il suo stupore, quando due mesi dopo Walter Gropius si reca a Monaco per incontrarla e invitarla all’inaugurazione della prima mostra del Bauhaus, prevista per il 15 agosto a Weimar.
Da quel momento la vita di Ise è destinata a cambiare per sempre. Sposando Gropius, nell’ottobre dello stesso anno, Ise sposa anche il progetto del Bauhaus, divenendone la principale sostenitrice e lavorando instancabilmente per la sua promozione, al punto da meritare l’appellativo di Signora Bauhaus.
Nonostante le preoccupazioni economiche, gli intrighi accademici e la caduta della democrazia nella nascente Germania nazista, il sodalizio tra Ise e Walter resterà saldo, permettendo alla Bauhaus di continuare la sua attività oltreoceano.⌋
⇒ Maria Sybilla Merian pittrice e naturalista
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♥ Alla prossima! Ciao, ciao……♥♥